Ecco come valorizzare il proprio abito da sposo grazie all’aiuto di qualche accessorio

Anche l’abito dello sposo ha molte frecce al suo arco per catturare l’attenzione nel grande giorno: una cravatta di morbida seta, oppure un elegante gemello dal taglio moderno, passando per un discreto fiore all’occhiello o una cintura di vera pelle.

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Come per la sua anima gemella, anche l’abito da sposo può essere messo in evidenza da tutta una serie di dettagli, a volte particolarmente creativi, senza per questo però superare i limiti imposti dal buon gusto.
Se si vuole spaziare un po’ con gli accessori, la regola fondamentale da rispettare è scegliere come base un abito sobrio, in tinta unita, solitamente blu, grigio scuro o nero e dalle linee pulite ed essenziali o sancrate (per coloro che hanno un fisico eccezionale).

Cravatte e gilet: due tradizionali accessori base per l’abito dello sposo.

Accessorio fondamentale per l’abito da sposo è, naturalmente, la cravatta che dovrà essere obbligatoriamente in seta: si consiglia la tinta unita con colori che vanno dal grigio perla all’azzurro o al blu, per far brillare l’abito scuro su camicie bianche di cotone.
Se l’abito è in tinta unita (e non gessato) e realizzato con tessuti non operati e lisci, è permesso qualche micro disegno, quasi impercettibile, sulla cravatta. Un evergreen che è sempre molto in voga, perché segno di distinzione ed eleganza, è la cravatta regimental (ossia con strisce oblique). Fate comunque sempre attenzione che la cravatta non sia stonata o eccessivamente fantasiosa per evitare effetti poco eleganti: per capirci, niente disegnino giallo canarino o fucsia, neanche nel caso in cui siano minuscoli. Infatti, la cravatta si deve notare, ma non dal fondo della chiesa. Per gli sposi più audaci e originali, un’altra soluzione interessante è il plastron (molto di moda qualche anno fa): una specie di cravatta-fazzoletto in raso e o seta che si annoda con un solo passaggio all’esterno ed è arricchita da un punto luce o fermata da una spilla. In questo caso fate attenzione al gusto estetico: è adatta ad uno uomo dal viso magro in quanto tende a provocare un fastidioso effetto “allargante”.
Il gilet è un altro accessorio che non è obbligatorio, ma completa l’abito conferendogli immediatamente un tono cerimonioso. In questo caso, tenete a freno la fantasia perché deve essere in tutto e per tutto identico all’abito. Infatti, è necessario ponderare bene a priori se si desidera acquistarlo oppure no, perché dovrete prenderlo insieme alla giacca e ai pantaloni nella classica abbinata “tre pezzi” e non a posteriori. Il 99% degli sposi infatti decide di utilizzarlo per la mise del grande giorno: i più insofferenti lo tolgono poi al ricevimento, quando l’atmosfera sarà più rilassata.
Ad impreziosire l’abito dello sposo è, invece, un altro accessorio che riguarda la giacca: il fazzoletto che fa capolino dal taschino, detto anche “pochette”. Deve essere in cotone bianco e mai fatto spuntare con le punte ma in orizzontale a filetto con il taschino e, al massimo, di mezzo centimetro e mai di più. Se si preferisce non indossarlo, si può invece prediligere la cosiddetta “bottoniere”, ossia il fiore all’occhiello. In genere si tratta di una rosellina rossa o bianca, oppure un fiore che riprende quelli del bouquet della sposa. Deve sempre essere uno e dal profumo quasi impercettibile e discreto. Lo si posiziona nell’occhiello fissando il gambo alla parte posteriore con un piccolo fermaglio.

Per un abito da sposo elegante, cintura e scarpe  devono essere in coordinato e in pelle.

La cintura è obbligatoria nell’abito dello sposo, anche se i pantaloni stanno su da soli. Per quanto la riguarda, non è consentita alcuna estrosità particolare: l’unica variante permessa è il nero, in vitello o coccodrillo, e comunque sempre, preferibilmente, identica al materiale prescelto per le scarpe. La sobrietà è richiesta anche nelle fibbie, rigorosamente in acciaio e senza alcun tipo di strass o borchia di nessun genere.
Le scarpe rappresentano un altro dettaglio importante. La scelta più classica le vuole stringate, in pelle nera (o di vernice se si è organizzata una cerimonia piuttosto solenne), lisce e con tacco nere: stiamo parlando delle intramontabili Oxford che, in caso di cerimonie meno formali, possono essere rimpiazzate dalle francesine. Almeno nel grande giorno sono messe al bando mocassini, fibbie e tacchi color cuoio, ma anche calzature senza lacci. Parlando di scarpe, non si può fare a meno di ricordare che i calzini devono essere rigorosamente grigio scuro, neri o blu in filo di Scozia e sempre lunghi fin sotto il ginocchio.

Gli accessori che regalano all’abito dello sposo un tono elegante e raffinato.

Per quanto riguarda i gioielli per lui: nel giorno del matrimonio non sono consentiti orecchini, braccialetti o catene di sorta, ma solo un elegante paio di gemelli e un discreto orologio da polso per dare valore all’abito. I primi saranno preferibilmente in oro giallo o bianco e qualora possibile non smaltati: possono essere a forma allungata, squadrati, tondi, o addirittura essere stati tramandati dai nonni o richiamare uno stemma di famiglia. Invece, l’orologio deve essere di forma classica e di stile sobrio e indossato al polso sinistro (anche se siete soliti portarlo al destro).
Nei mesi invernali, ovviamente, l’abito dello sposo verrà coronato da cappotto e sciarpa, preferibilmente in pura lana o ancora meglio in cachemire. Per il cappotto è meglio favorire un modello al ginocchio o appena sopra, con linee che seguano e ridefiniscano il corpo. Per gli sposi leggermente in sovrappeso andranno bene modelli un po’ più morbidi, ma con linee sempre ben definite, evitando tuttavia di dare alla figura un effetto sacco. Sia il cappotto che la sciarpa andranno indossati fino all’arrivo in chiesa e poi lasciati nello spogliatoio della sacrestia o in consegna ai genitori: non vanno infatti indossati durante la celebrazione del rito.